Free Essay

Crisi Economica Italiana

In:

Submitted By kdot
Words 1687
Pages 7
Italia, XXI secolo: il rapporto tra il debito pubblico, il PIL e la crisi finanziaria
Scritto da Redazione Sitoteca Storia Giovedì 07 Aprile 2011 17:33 - Ultimo aggiornamento Giovedì 07 Aprile 2011 17:39

L'Italia è oggi in Europa e nel mondo uno dei paesi con il maggior debito pubblico in rapporto al PIL. Questa situazione determina una serie di problemi per lo sviluppo, soprattutto in presenza di una crisi strutturale co,e quella in atto a partire dalla fine degli Anni Zero. ”Quando il rapporto tra debito pubblico e Pil è divenuto troppo elevato e continua a crescere nel tempo, i cittadini che hanno sottoscritto finora il debito, e i sottoscrittori esteri ancor più che i cittadini nazionali, potrebbero rifiutarsi di sottoscrivere il nuovo debito ed esigere il pagamento di quello esistente. Lo Stato si troverebbe in una situazione di bancarotta.

Il dramma è che quando si è arrivati a una simile situazione di crisi finanziaria, lo Stato ha solo due modi possibili per chiudere il problema. Il primo modo è di convincere la Banca centrale a stampare moneta per finanziare le esigenze della spesa pubblica, comprese quelle per far fronte al rimborso del debito, in una misura tale da consentire di non collocare più nuovo debito sul mercato: è la cosiddetta monetizzazione del debito. La immissione di moneta nell'economia sarebbe però di tale intensità da provocare una massiccia inflazione la quale finirebbe rapidamente per distruggere l'effettivo potere d'acquisto del debito rimborsato: l'uscita dalla crisi finanziaria sarebbe possibile solo al prezzo di rimborsare in pratica della carta straccia. Verrebbe confermato che alla fine il problema viene comunque risolto con un aumento fiscale, solo che in questo caso l'aumento fiscale si chiamerebbe «tassa da inflazione», e la tassa da inflazione sarebbe enorme. 
Un simile esito suonerebbe come un tradimento da parte dello Stato: improvvisamente lo Stato dopo aver per anni illuso i cittadini con una espansione della spesa non sostenuta da entrate fiscali ma dal debito pubblico, e quindi in ultima analisi dal risparmio dei cittadini stessi, scaricherebbe su di loro tutta in una volta una massiccia tassa da inflazione per lo più neppure decisa dal Parlamento. Se la Banca centrale è veramente una autorità indipendente e credibile che resta fedele al proprio mandato di mantenere il potere d'acquisto della moneta, essa dovrebbe semplicemente rifiutarsi di seguire il governo su questa strada. Ma se il governo riuscisse malauguratamente a piegarla, l'esito del processo sarebbe la rottura di ogni rapporto di fiducia tra i cittadini e lo Stato, che non potrebbe mai più osare di emettere nuovo debito pubblico. 
 Se una eventualità di questo tipo poteva essere immaginabile prima dell'avvento dell'euro, oggi con l'euro e una Banca centrale europea essa non è neppure più immaginabile. 
 Il secondo modo con cui lo Stato può uscire da una crisi finanziaria comporta che esso, di fronte al rifiuto dei cittadini e dei sottoscrittori esteri di acquistare il nuovo debito necessario per pagare gli interessi e rimborsare il debito precedente, decida semplicemente di non pagare gli interessi e di non rimborsare più il debito esistente (quello che usualmente si chiama il consolidamento del debito): i cittadini si ritroverebbero anche in questo caso con nulla in mano; perderebbero ogni fiducia nello Stato e questi non potrebbe più emettere una lira di debito. 
 A ben vedere entrambe le soluzioni alla crisi finanziaria possono essere considerate come una concentrazione in un solo momento delle conseguenze dell'esistenza del vincolo intertemporale

1/3

Italia, XXI secolo: il rapporto tra il debito pubblico, il PIL e la crisi finanziaria
Scritto da Redazione Sitoteca Storia Giovedì 07 Aprile 2011 17:33 - Ultimo aggiornamento Giovedì 07 Aprile 2011 17:39

di bilancio e della persistente ignoranza di tale vincolo da parte delle autorità responsabili della politica di bilancio e del debito; in un solo momento una generazione verrebbe chiamata a pagare tutto il risultato dei disavanzi di bilancio passati trasferitisi in un debito pubblico insopportabile. La concentrazione delle conseguenze comporta che ci si trovi di fronte a qualcosa di drastico, dagli effetti economici e sociali irreparabili. Si capisce bene infatti che una eventuale crisi finanziaria dello Stato non potrebbe limitarsi a essere solo una crisi finanziaria; essa si trasformerebbe in una crisi politica e istituzionale, con rischi gravissimi di un conflitto civile, come molte esperienze storiche insegnano. Si intuisce, e anche questo ci è insegnato dalla storia, che solo una dittatura potrebbe fronteggiare una crisi finanziaria di bancarotta dello Stato, e in molti casi essa stessa ne sarebbe travolta. 
 A causa delle irreparabili conseguenze non solo economiche, ma politiche e civili, che si creerebbero, si cerca in ogni modo di evitare che la crisi finanziaria si verifichi, ma questo implica che si deve cercare di evitare in ogni modo che il rapporto tra il debito pubblico e il Pil cresca senza limiti. Il problema è che è molto difficile prevedere quando una crisi finanziaria effettivamente può scoppiare. La dinamica crescente del rapporto tra debito pubblico e Pil può continuare a lungo senza che succeda nulla. Il governo, per rendere accettabile dai cittadini la sottoscrizione di un debito crescente deve corrispondere interessi adeguati, e quindi deve mantenere alto il tasso di interesse sui titoli del debito pubblico. Per i cittadini questo vuol dire che essi percepiscono alti rendimenti nell'investire i loro risparmi in titoli del debito pubblico, e la cosa non può non far loro piacere. 
 Un economista che accetta la tesi della neutralità del debito pubblico ci farebbe a questo punto osservare che se un cittadino è razionale, egli non dovrebbe essere per nulla felice della situazione, perché dovrebbe anticipare che essa, per lui o per i suoi discendenti, comporta un pagamento compensativo di nuove maggiori tasse. In realtà abbiamo visto che i cittadini sono di fatto vittime di una certa miopia dovuta anche al fatto che essi sperano sempre di non essere loro, o i loro diretti discendenti, coloro che dovranno pagare gli oneri futuri del debito creato nel presente. Probabilmente le situazioni sono diverse da paese a paese e la diversità dipende anche dalla diversa cultura e consapevolezza economica della pubblica opinione. 
 Non c'è quindi da stupirsi che per un periodo anche molto lungo, il governo possa emettere un debito pubblico che va crescendo nel tempo rispetto al Pil a causa dell'accumularsi degli oneri per gli interessi e per il rimborso, senza che questo susciti nei cittadini alcuna reazione negativa, anzi trovando i cittadini stessi singolarmente ben disposti nei confronti di una tale politica. 
 A un certo punto tuttavia la dimensione del debito pubblico in rapporto al prodotto nazionale può diventare così grande da cominciare a creare delle preoccupazioni; spesso sono anche le reazioni dei mercati finanziari internazionali che segnalano la situazione anomala. Comincia a prendere piede su tali mercati la sensazione che il debito pubblico in quel determinato paese sia troppo elevato e che quindi l'investimento nei titoli di quel paese sia sempre più rischioso: gli investitori esteri, per investire nel nostro paese, cominciano a chiedere tassi di rendimento sempre più elevati per la copertura di tale rischio. Questi segnali, insieme a quelli costituiti dalle informazioni sull'entità che il debito pubblico ha raggiunto, possono provocare prima un senso

2/3

Italia, XXI secolo: il rapporto tra il debito pubblico, il PIL e la crisi finanziaria
Scritto da Redazione Sitoteca Storia Giovedì 07 Aprile 2011 17:33 - Ultimo aggiornamento Giovedì 07 Aprile 2011 17:39

di disagio e poi un senso di vero e proprio panico tra i cittadini che improvvisamente possono chiedere il rimborso del debito e rifiutarsi di sottoscriverne un altro. 
 A questo punto scoppia la crisi finanziaria perché viene alla luce ciò che prima era stato nascosto dall'ignoranza del vincolo intertemporale di bilancio: e cioè che il debito pubblico è in ultima analisi un debito dei cittadini con se stessi o con i propri discendenti. L'irrazionalità dei comportamenti che hanno permesso di arrivare alla crisi si manifesta in un colpo solo scaricandosi sulla generazione vittima della crisi stessa. In una situazione in cui il rapporto tra debito e Pil è continuamente crescente è del tutto prevedibile che questo evento drammatico accada; non è invece prevedibile quando esattamente possa accadere e chi saranno quindi le vittime dell'aggiustamento drastico implicato dalla crisi finanziaria. 
 Un segnale importante comunque è il livello raggiunto dal rapporto tra debito pubblico e Pil; quando questo livello è troppo elevato, le paure cominciano a sorgere e le probabilità che esse si trasformino in panico aumentano. Ma resta il fatto che non esiste un rapporto critico tra debito pubblico e Pil che costituisca una soglia al di là della quale si determina una crisi. Non solo non esiste un valore generale di tale soglia critica valido per tutte le situazioni, ma esso non è nemmeno calcolabile in anticipo in modo diverso per i diversi paesi, a seconda delle differenti caratteristiche strutturali. Tutto quello che si può dire è che la combinazione scatenante il sorgere di una crisi finanziaria è un rapporto tra debito pubblico e Pil troppo elevato, accompagnato da una dinamica crescente del rapporto stesso. Quanto elevato sia questo “troppo


resta, sfortunatamente, un problema aperto a un esito fortemente dipendente dalla psicologia collettiva della società, che è essa stessa manipolabile in molti modi. 
 Ne consegue comunque che bisognerebbe evitare la combinazione dei due fattori potenzialmente all'origine della crisi finanziaria, e cioè un elevato rapporto tra debito pubblico e Pil, e una dinamica crescente di tale rapporto. E poiché un rapporto non avrebbe potuto diventare troppo elevato» se non manifestando una dinamica crescente, la via più sicura per evitare lo sbocco in una crisi finanziaria è quella di evitare una dinamica crescente del rapporto tra debito pubblico e Pil. Più si lascia che il rapporto tra debito pubblico e Pil cresca, più elevato è il livello che si consente a tale rapporto di raggiungere, e più difficile e costoso, sia da un punto di vista economico sia da un punto di vista sociale, è lo sforzo necessario per aggiustare la situazione”. (I. Musi, Il debito pubblico, Il Mulino, Bologna 2006)

3/3

Similar Documents

Free Essay

Ripley Company

...Curso: Planeamiento estratégico Tema: Plan estratégico para Ripley corp. Integrantes: * Cesia Huanca * Francisco Revoreado * Nibardo Cano * Andres Ticona Mendoza Capítulo I: La empresa 1.1 Breve reseña histórica Tiendas por departamento Ripley pertenecen a la razón social Ripley Corp. conglomerado empresarial con más de 40 años de operaciones en el rubro de Tiendas por Departamento y que opera además en los rubros financieros e inmobiliarios. En 1997 Ripley comenzó sus operaciones en Perú inaugurando su primera tienda en el centro comercial Jockey Plaza de la ciudad de Lima. El modelo de negocios está enfocado en brindar a los clientes una experiencia de compra extraordinaria a través de tiendas con formatos modernos, grandes superficies de venta y una oferta de productos vanguardista. Al igual que en otros países, el otorgamiento de crédito a través de la Tarjeta Ripley es un motor fundamental para impulsar la venta y potenciar la oferta de valor a sus clientes En la actualidad, Ripley cuenta con  19 tiendas en Perú. Tiendas que operan bajo el formato tradicional, una tienda en formato express en el exclusivo balneario de Asia al sur de Lima, y finalmente tiendas bajo la marca MAX, con un formato orientado al autoservicio y oportunidad de precio. 1.2 Misión y Visión Ripley Corp. ha optado por una misión concreta y con un trasfondo profundo: 1.3 Objetivos Los objetivos planteados son los siguientes: Capítulo II:...

Words: 4141 - Pages: 17

Free Essay

Antecedentes Del Pan

...permiten una identificación, que requieren o no de la lectura, en sentido verbal. Antecedentes: Manuel Gómez Morin escribió el libro 1915 con el que convocó a mexicanos de su generación a unirse al proyecto de reconstruir la nación en los ámbitos: económico, político y social. Fue en 1926, después de algunos años de arduo trabajo, que logró reunir a un grupo de jóvenes con quienes compartía ideales para después formar un nuevo partido político. Durante 1929, las facciones revolucionarias se aseguraron el poder a través de la formación del PNR (Partido Nacional Revolucionario) logrando desorganizar a todos los partidos anteriores. Ante los hechos políticos que acontecieron en el país entre 1933 y 1935, años de agitación social y de crisis económica; cuando el PNR logró desmantelar las clases políticas, organizar a obreros y campesinos en los sectores de su partido; surgieron grupos de oposición cuyo denominador fue el rechazo al régimen político emprendido por el estado Motivado por los acontecimientos políticos de los años treintas y, aunado al  establecimiento del Partido Nacional Revolucionario (ahora PRI) como único...

Words: 1244 - Pages: 5

Free Essay

Investigación En Biblioteca Digital

...1. Describir las prácticas de compensación, o de remuneración principalmente durante el año de 2008, a los ejecutivos de las grandes firmas financieras de Wall Street (mencionar para cada una): 1.1 Merrill Lynch, 1.2 Goldman Sachs Group Inc., 1.3 Wells Fargo & Co., 1.4 Citigroup Inc. El sistema de compensación entre las firmas financieras más importantes del mundo giraba en torno a la generación de utilidades a corto plazo y no en la generación económica y rentabilidad de las acciones en el futuro. Por lo tanto se “premiaba” el riesgo sobre la seguridad económica. En Wall Street, se generó una gran controversia por las consecuencias que se propiciaron en el mercado financiero y en la crisis posterior al 2008. El principal problema se centro en los ejecutivos ya que recibían grandes cantidades de dinero en compensaciones las cuales estaban compuestas de un sueldo, bonos, opciones de acciones, y otro tipo de estrategias condicionadas a un desempeño futuro de cada uno. 1. Merrill Lynch. Merrill Lynch, por ejemplo, pagó $3.6 billones de dólares en bonos, $121 millones de dólares a sus 4 ejecutivos de más alto rango (Sin contar al CEO de la compañía ya que E. Stanley O'Neal, CEO de Merrill Lynch, se alejó de la empresa con un paquete de retiro que sumaba $161 millones) y $858 millones de dólares a sus 696 empleados justo unas semanas antes de ser adquirida por Bank of América; transacción que salvó a Merrill Lynch de la bancarrota. Sin embargo, The Bank of America no...

Words: 2985 - Pages: 12

Free Essay

La Crisis Internacional Y Los Desafíos Del Desarrollo: Tres Miradas.

...LA CRISIS INTERNACIONAL Y LOS DESAFÍOS DEL DESARROLLO: TRES MIRADAS. A lo largo de la historia, el capitalismo se ha sobrepuesto a una serie de crisis que han provocado gran incertidumbre en la economía internacional. Como ejemplo tenemos la ocurrida en 1929, conocida como la “Gran depresión”, caracterizada principalmente por el desplome de la Bolsa de Valores de Nueva York, y la “Crisis del punto com”, provocada por la sobrevalorización de las empresas de tecnología debido a su crecimiento. Sin embargo, ninguna de éstas se equipara a la más reciente de nuestros días: La Crisis Financiera de 2008. La crisis económica mundial originada en Estados Unidos a finales del 2008 ha puesto en “cuidados intensivos” al sistema capitalista, evidenciando la inviabilidad de su subsistencia como forma de vida y dejando huellas indelebles en términos de aumento del desempleo y la pobreza. En este sentido, una serie de malas decisiones fueron tomadas a lo largo de muchos años, las cuales contribuyeron a la implosión del sistema financiero internacional, resquebrajando los paradigmas político-económicos del libre mercado, impuestos desde la década de los 90. Muchos achacan el estallido de esta crisis a la burbuja especulativa producto de las dificultades hipotecarias y financieras. Pero esto es totalmente falso, ya que el problema hipotecario fue una de las consecuencias y no una de las causas de la crisis actual; su verdadero origen radica en varias causas que se fueron acumulando durante...

Words: 758 - Pages: 4

Free Essay

Diabrama

...inversiones. Margin Call (2011) Inspirada en el hundimiento de Lehman Brothers y el escándalo de las hipotecas subprime, Margin Call revisa las 24 horas anteriores al inicio de la crisis financiera en 2008 a través de la vida de ocho trabajadores de un poderoso banco de inversión. Malas Noticias (Too Big To Fail) (2011) Producida por la HBO, dirigida por el oscarizado Curtis Hanson y protagonizada por William Hurt y Paul Giamatti. Nada más que decir. Bueno, sí, que está basada en el gran éxito editorial de Andrew Ross Sorkin, periodista de The New York Times, titulado Too Big To Fail: The Inside Story of How Wall Street and Washington Fought to Save the Financial System... and Themselves. Los últimos días de Lehman Brothers (The Last Days of Lehman Brothers) (2010) Esta producción de la BBC dramatiza lo que ocurrió en las oficinas de la compañía el fin de semana previo a su quiebra. Inside Job (2010) Aclamado documental dirigido por Charles Ferguson que expuso por primera vez la verdad sobre el inicio de la crisis económica en 2008, a través de una amplia investigación y de numerosas entrevistas. OTRAS PELÍCULAS PARA ENTENDER LA CRISIS Diversas películas y documentales han tratado el tema de la crisis al margen de la quiebra de Lehman Brothers. Estas son otras recomendaciones para entender la crisis: - La Caída (2009) - El Capital (2012) - Capitalismo, una historia de amor...

Words: 374 - Pages: 2

Free Essay

Deuda Y Desapalancamiento

...“Deuda y desapalancamiento”. Esta actualización está enfocada particularmente en tres grandes economías maduras del mundo: Estados Unidos, Reino Unido y España. Plantea el desapalancamiento de las economías como un proceso lento y doloroso. El estudio plantea, a través del análisis de las experiencias existosas de Suecia y Finlandia en los años 90’s y la fallida de Japón, el desapalancamiento en dos fases, la inicial que es la fase privada y la complementaria que es la gubernamental como fases previas a una recuperación económica y crecimiento sostenido de las economías. El estudio muestra el estado general de desapalancamiento en las 10 grandes economías maduras del mundo. Para los países enfoque en le estudio, se detalla la composición de esa deuda después de la crisis financiera del 2008 y se analiza el comportamiento de la misma así como los factores domésticos e internacionales que han influenciado ese comportamiento, ambos de índole económica y política. Indica de manera general la diferencia en el estado de desapalancamiento que los los tres países tienen, cada uno se encuenta en una fase distinta. El estudio señala 6 condidiones para el crecimiento de la economía de un país en tiempos de desapalancamiento: * Un sistema bancario estable, * Un plan fiscal creíble y sostenible a largo plazo, * Reformas estructurales que permitan el crecimiento del sector privado * Condiciones para un fuerte crecimiento de exportaciones * Incremento...

Words: 2151 - Pages: 9

Free Essay

Economics

... Caída libre: el libre mercado y el hundimiento de la economía mundial. La teoría económica moderna con su fe en el libre mercado y la globalización, como eje central de un conjunto de políticas económicas «discrecionales» encargadas de atenuar las fluctuaciones cíclicas de la economía, concibe el mercado como un ente eficiente y autoregulador de las mismas. Evidentemente la realidad económica ha demostrado que los mercados son la base de cualquier economía próspera, pero que no funcionan bien por si solos, ya que las economías necesitan de un equilibrio entre el papel de los mercados y el papel del gobierno con importantes contribuciones por parte de las instituciones privadas y no gubernamentales. Una prueba de lo anteriormente mencionado es la Gran Recesión del 2008, la cual deja al descubierto defectos fundamentales del sistema capitalista. quien más que un economista tan experimentado como Stiglitz para esclarecer «cómo entró el mundo en caída libre» y «qué políticas y/o acontecimientos desencadenaron el gran desplome del 2008». Con una intención distinta, bajo una crítica a la economía moderna, el autor argumenta que las políticas cruciales como la desregulación fueron una consecuencia de fuerzas políticas, económicas, e ideológicas que iban más allá de cualquier individuo en particular. Capítulo I.- La gestación de una crisis Stiglitz analiza las causas de la recesión económica del 2008 iniciada en Estados Unidos como consecuencia de una burbuja inmobiliaria en una...

Words: 817 - Pages: 4

Free Essay

Caso Dynamica Empresa Socialmente Responsable

...Como resultado de la crisis económica del 2008, la cual comenzó en Asia y se propagó al resto del mundo EU fue uno de los países con mayor impacto en la misma anunciando la insolvencia de AIG rescatada por el Tesoro de EU, hasta la quiebra de Lehman Brothers posteriormente comprada por JP Morgan. Estos son ejemplos de grupos que se vieron impactados por numerosas pérdidas derivado de la crisis hipotecaria ya que los mercados se quedaron sin liquidez. (2) Aún cuando la repercusión en los países menos desarrollados no fue tan fuerte, la dependencia económica que tiene Mexico de EU ocasionó que formáramos parte de “La Gran Recesión”. El tipo de cambio alcanzó niveles de $14 y precio del petróleo alcanzo 147 dólares por barril, lo cual cambió rápidamente debido a la caída del mercado. (1) Localmente todos los sectores se vieron afectados, ya que los derivados de varias empresas cayeron llevando a concurso mercantil a Comex. El sector inmobiliario, enfrentó a una inflación superior al 5% generando mayores precios de insumos como el acero. Aunado a esto se generó un problema de solvencia en el mercado como resultado del desempleo, el cual impedía el otorgamiento de créditos y por lo tanto la contracción de su mercado en forma importante. Sin embargo el aporte de este sector al PIB continúa en 6.9% y aún cuando enfrenta una caída del mercado y no llegará al crecimiento estimado del 4.5% si crecerá en 2.7% (1) Dynámica empresa fundada en 1994 por los hermanos Valenzuela...

Words: 1007 - Pages: 5

Free Essay

Bric

...Los BRIC son los nuevos países emergentes (Brasil, Rusia, India y China), según el economista Jim Oneil, presidente de Goldman Sach, uno de los grupos de inversión más grandes del mundo. La teoría de los BRIC expone que los nuevos países emergentes, considerados las cuatro nuevas potencias mundiales, han mostrado durante la última década crecimientos económicos que podrían hacer que en el año 2050 superen a las economías principales como Estados Unidos o Japón, que forman parte del G7. Hay algo que tienen en común estas naciones, y es que las cuatro poseen una gran extensión territorial, que entre ellos conforman el 25% del planeta, tienen abundantes recursos naturales y también una densidad poblacional bastante grande y juntos forman un poco más del 40% de la población mundial. Se ha visto que la población ha mejorado sus ingresos de una forma rápida y dramática en la última década. Son naciones que han cambiado sus sistemas políticos para integrarse al capitalismo global. También son países que consumen una gran parte de su producción, haciendo que estas no dependan tanto de las economías internacionales, específicamente de Estados Unidos. Todas son naciones que hace muchos años le apostaron a la educación de su gente y es esto lo que en una buena parte está haciendo que con el pasar de los años estén teniendo cambios positivos que los ha hecho, desde la década de los noventas, que estén sobresaliendo y sean considerados como nuevas economías emergentes y también hayan...

Words: 607 - Pages: 3

Free Essay

Ii Guerra Mundial

...Principales causas de la II Guerra Mundial: * Las duras condiciones impuestas a Alemania en el tratado de Versalles al terminar la Primera Guerra Mundial, Alemania perdió muchos territorios y se vio obligada a pagar año a año fuertes indemnizaciones. * La crisis económica del año 1929 que llevo al surgimiento de gobiernos fascistas como el nazismo en Alemania debido a la desesperación de la gente ante las altas tasas de desocupación. * La idea del pangermanismo nazi que pretendía incorporar a Alemania a todos los territorios con población de origen alemán como ser parte de Polonia, Checoslovaquia y Austria. * El enfrentamiento ideológico de los gobiernos fascistas con los gobiernos comunistas de la Unión Soviética y con los gobiernos democráticos de Estados Unidos y las metrópolis coloniales en parte democráticas de Europa Occidental * El deseo de los países del Eje como Alemania, Italia y Japón de obtener nuevos territorios de los cuales extraer recursos naturales y obtener mercados para bienes industriales, Japón desde 1937 se encontraba en una guerra con China teniendo ocupado gran parte del país. El gobierno nazi de Alemania tenía como ideología el obtener un espacio vital para Alemania mediante la conquista de nuevos territorios. * La política de apaciguamiento que permitió que Alemania se rearmara y ocupara Austria y Checoslovaquia, ya que los países occidentales veían en una Alemania muy débil una tentación de expansión de la Unión Soviética. ...

Words: 738 - Pages: 3

Free Essay

History

...asesores. La opinión pública en Italia era fuertemente anti-germánico y una creciente ola de oposición desarrollada contra una guerra inminente, una crisis económica, y cualquier ingenio enlace nazismo. Mussolini se dio cuenta de que era cada vez hiba tomando mas decisiones que el público no estaba de acuerdo con, sin embargo era demasiado orgulloso, Según el historiador económico Richard Overy que es de Inglaterra y es editos del epridico de The Time. En los ultimos años, la popularidad de Mussolini disminuyó aún más y su imagen como un "gran líder" hiba disminuyenda cada vez mas. El dice que Mussolini era demasiado orgulloso como para aceptar que lo que estaba haciendo era en contra de la opiniun publica, perdió una gran parte de su apoyo y destruyó su imagen como "defensor y salvador" de Italia. En 1940, Mussolini tomó la decisión de ponerse del lado del Axis Powers, que er la unión con la Alemania nazi y japon 'en la Segunda Guerra Mundial, sin embargo, la decisión se retrasó y aun cuando Mussolini hizo enviar tropas en el "fatalmente debilitado Francia", como Overy se refiere a ella, los generales alemanes eran generalmente esquivos de la asistencia italiana. Overy afirma que por Mussolini, la participación de Italia en la guerra fue por la necesidad de botín, el territorio y la independencia económica, sin embargo, en realidad él no podía soportar la humillación pública de permanecer neutral en la guerra. En conclusión, aunque Mussolini fue capaz...

Words: 369 - Pages: 2

Free Essay

Italy's Business Environment

...COMPITO DI ITALIANO Name: Eunan Surname: Avesani Subject: language for business Scaletta 1. Un prospetto dell’economia italiana 2. La crescita 3. Imprese e finanza 4. Banche e vigilanza Introduzione: Il testo preso in esame descrive la situazione economica italiana in dettaglio spaziando su diversi fronti e dati numerici. Terminologie economiche articolate ma informative sono presenti per dare una descrizione plausibile della situazione economico-finanziaria in cui si trova l’Italia nel 2012 ; fornendo dati alla mano , indici come il PIL, export-import, disavanzo pubblico, saldi attivi/passivi, investimenti diretti esteri , debito pubblico e altri ancora. PARTE 1 L’italia ha un disavanzo pubblico inferiore se comparato all’area euro ( relatvo al 2012) e le previsioni dicono che scendera’ ulteriormente. Il debito per l’anno presente risulta essere uno piu un quito del tot. prodotto nel paese. Si parla dunque di dati piuttosto scadenti ma relativamente nella media e superiori a quelli della Grecia. La situazione fiscale italiana non e’ in allarme poiche’ durante la crisi nera scaturita da mal funzionamento del sistema finanziario intra-bancario, le banche italiane non avevano tenuto basso la rata di interesso su prestiti bancari ma bensi’ piuttosto standard e rigida. Per rimettere il bilancio dei conti in ordine con le aspettative del UME, e’ neccessario diminuire la spesa primaria corrente anche per i prossimi 2-3 anni fino al 2014 tornando in rapporto...

Words: 1152 - Pages: 5

Free Essay

Date of This

...1922 Benito Mussolini conquista il potere 1920 232000 iscritti alla Cgl, 120000 aderenti Cil, 500000 lavoratori Uil 1919-1920 Periodo di agitazioni operaie, occupazioni e scontri 1919 In Lombardia occupazione delle fabbriche da parte di alcuni sindacalisti 1920 Occupazione delle fabbriche in tutto il nord Italia Maggio 1919 Fondazione rivista L’Odine Nuovo Gennaio 1921 Maggioranza massimalista provoca scioglimento Partito Socialista e nascita del Partito Comunista di Italia 1919 Nascita Partito popolare italiano 1919 Benedetto XV abroga il divieto per i cattolici a votare alle elezioni, emanato nel 1868 da Pio IX 1917 Costituiti Arditi, reparti di assalto esercito italiano Marzo 1919 Mussolini crea i Fasci italiani di combattimento Aprile 1919 I fascisti incendiano la sede del giornale l’Avanti Settembre 1919 Gabriele d’Annunzio e volontari occupano Fiume Giugno 1920 Caduta governo Nitti Fine 1920 Trattato di Rapallo con la Juguslavia, Istria e Zara a Italia e Dalmazia a Juguslavia. Fiume città indipendente 1924 Annessione di Fiume all Italia con trattato di Roma 1920 Giolitti allontana D’Annunzio da Fiume con maniere forti 1921 Fondazione Partito nazionale fascista, 300000 aderenti 1914 Fondazione giornale Popolo d’Italia 27-28 Ottobre 1922 Marcia su Roma 1921-1922 Biennio nero, atti intimidatori e violenti da parte di squadre fasciste Maggio 1921 Elezioni politiche 1 Maggio 1921 Dimissioni di Giolitti Luglio 1921 a Febbraio 1922 Parito socialista riformista...

Words: 671 - Pages: 3

Free Essay

Il Credito Bancario Durante La Crisi

...laurea in Economia e gestione delle Banche e delle Imprese di Assicurazione Il Credito alle imprese durante la Crisi Relatore: Prof. Mario Valletta Candidato: Stefano Siccità Anno Accademico 2011/2012 1 Indice 1. Introduzione………………………………………………………………...….3 2. Un semplice modello del mercato creditizio………………………….………..5 3. I dati: andamento del credito e dei tassi bancari nel 2011……………………12 3.1 La domanda di credito…………………………………………..……..14 3.2 L’offerta di credito………………………………………………..……16 3.3 Il costo del credito……………………………………………………...22 3.4 La qualità del credito…………………………………………………...25 3.5 Il punto di vista delle imprese………………………………………….27 4. Una valutazione d’assieme……………………………………………………35 5. Possibili soluzioni…………………………………………………………….42 6. Bibliografia……………………………………………………………………61 2 Introduzione Lo scopo di questo studio è fornire un quadro analitico su un problema, che a mio avviso è di centrale attualità in questo periodo: il credito bancario alle imprese durante la crisi. Gli effetti di una stretta sul credito possono essere assai rilevanti: le imprese potrebbero esser costrette a ridimensionare i piani di investimento, alcune potrebbero non aver più sufficiente liquidità, mentre altre non potrebbero addirittura evitare il default, con l’effetto di prolungare e amplificare la recessione. Ciò ancor di più in un’economia quale quella italiana dove il credito bancario ha sempre avuto un ruolo centrale e il mercato obbligazionario presenta una carenza strutturale...

Words: 16099 - Pages: 65

Free Essay

Limiti Pil

...Relazione Economia per Managers Il PIL è un buon indicatore di: dimensione economica di un paese, ricchezza, benessere, felicità, crescita? Il PIL ha avuto indubbi meriti nel permettere, per lungo tempo, una gestione dell’economia che ne limitasse le oscillazioni e ne favorisse l’espansione, con benefici effetti per il benessere. Per questo, 20 o 30 anni fa, economisti, anche molto sensibili a concezioni non strettamente economiche del benessere, affermavano che "l’invenzione" del PIL era stato uno dei grandi contributi del secolo scorso alla conoscenza economica. Esso rappresentava, per i governi, una bussola della quale si era compresa l’importanza durante la Grande Depressione. Ma ora la crescita economica, intesa come produzione senza fine di merci, è un’idea ormai superata. Il PIL è un simulacro al quale sono attribuite proprietà che, per come è stato pensato, non gli possono appartenere e presenta quindi svariati limiti. Si può distinguere tra PIL Nominale e Reale. Il PIL Nominale misura il valore finale della produzione in un certo periodo ai prezzi di quel periodo (prezzi correnti), questo vuol dire che il valore della ricchezza di una determinata nazione in un determinato periodo risente dell’inflazione, cioè del fenomeno dell’aumento costante dei prezzi. Il PIL nominale non è un buon convertitore perché risente dell’inflazione. Il valore nominale del PIL in Europa attualmente è un 20% più alto rispetto al valore preso a parità dei poteri d’acquisto. Questo perché...

Words: 1906 - Pages: 8