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Teoria Dei Tornei

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Submitted By ronco666
Words 5007
Pages 21
ISTITUTO TECNICO VALTURIO
LICEO ECONOMICO
Anno scolastico 2008/2009

COMUNICAZIONE DI MASSA
E SOCIETÀ

Ronchi Federico
Classe VC

Sommario

* L’evoluzione dei mass media * La stampa e la nascita dei quotidiani * La radio e la tv * Internet * Uso dei mass media per la propaganda nell’epoca fascista * Il futurismo * Il manifesto del partito comunista * Orwell and “1984” * La tutela della privacy * Il bilancio sociale

L’EVOLUZIONE DEI MASS MEDIA
Con il termine “mezzi di comunicazione di massa”, meglio conosciuti come “mass media”, si intendono tutte quelle forme di comunicazione che consentono lo scambio di informazioni tra più individui.
Lo scopo principale è quello di riuscire ad inviare messaggi ad una quantità sempre maggiore di soggetti, e nel minor tempo possibile.

Nel corso della storia i mezzi di comunicazione hanno avuto una continua evoluzione all’interno della quale possiamo individuare delle tappe fondamentali.

LA STAMPA
La prima grande svolta si ebbe dopo la metà del XV secolo, nel 1450 infatti Gutenberg introdusse infatti la stampa a caratteri mobili ed aprì la strada ad una diffusione su larga scala di testi scritti.
Tra il 1500 e il 1600 nacque la pratica del giornalismo: la diffusione dei giornali a tiratura di massa avvenne negli anni successivi nonostante la stragrande maggioranza della popolazione fosse analfabeta.

Un notevole incremento si registrò durante il periodo illuministico dove il giornale divenne un vero e proprio mezzo per la formazione dell’opinione pubblica, soprattutto durante la rivoluzione francese. Il paese in cui vigeva la maggior libertà di stampa era l’Inghilterra, ma anche in Italia si diffusero diversi giornali tra gli ambienti aristocratici; all’epoca uno dei più famosi era “il Caffè” che veniva stampato a Milano.

LA RADIO
In tempi più recenti ai giornali si affiancarono altri mezzi di comunicazione di massa: subito dopo la prima guerra mondiale fece la sua comparsa su scala internazionale la radio.
La trasmissione via radio viene introdotta nei primi anni del 1900 dal fisico italiano Guglielmo Marconi.

Con l’avvento della radio si ebbe un radicale cambiamento nella diffusione delle notizie poiché ora potevano essere trasmesse in tempo reale.

La radio giocò un ruolo chiave nella seconda guerra mondiale: i regimi dittatoriali se ne servirono per la loro azione di propaganda e, mediante l’uso della censura, esercitarono un controllo continuo sulle notizie, eliminando quelle scomode.

LA TELEVISIONE
Verso la fine del 1900 alla radio si affiancò la televisione divenuta via via il principale riferimento d’informazione per le masse.
In questo modo il mondo si è trovato a condividere le stesse immagini e le stesse informazioni.

In questo periodo nasce il termine “villaggio globale” coniato dal sociologo canadese Marshall McLuhan: con questo ossimoro si vuole indicare il passaggio ad un tipo di comunicazione in tempo reale e l’abbattimento delle frontiere spaziali, che rendo le persone, indipendentemente dal luogo in cui si trovano, tutte simultaneamente partecipi ad uno stesso evento.

Allo stesso McLuhan si deva anche la tesi “Il medium è il messaggio” a significare che l’uomo è soprattutto influenzato dal medium che egli utilizza maggiormente e finisce per essere in un certo senso “plasmato” dallo stesso.

INTERNET

Una svolta chiave nella comunicazione di massa si ha con l’introduzione di internet (fatto che peraltro avviene dopo la morte di McLuhan).
Internet nasce negli Stati Uniti durante la guerra fredda come metodo per salvaguardare le comunicazioni tra i centri più importanti dello stato, qualora le comunicazioni tradizionali fossero venute a mancare, perciò si decise di collegare tra di loro mediante linee telefoniche vari computer sparsi per il territorio, in modo da consentire lo scambio dei dati.

Con il passare degli anni, e la diffusione dei personal computer, internet è divenuto un mezzo di comunicazione di uso comune.

Si sono aperte le frontiere ad un nuovo modo di rapportarsi in tutto il mondo: prima dell’introduzione di internet tutti i mezzi di comunicazione fornivano uno scambio di informazioni di tipo “uno a uno” (telegrafo, telefono) o “uno a molti” (giornali, radio, televisione) mentre con l’avvento della rete la comunicazione diviene per la prima volta “molti a molti”.
Il singolo utente non è più solamente un soggetto passivo atto alla ricezione di informazioni, ma gli viene data la possibilità concreta di interagire con il mondo intero grazie alla diffusione di blog, giornali on-line, social network, ecc...
Tutto ciò comporta un incremento notevole della mole di informazioni alla quale si può avere accesso e riduce di conseguenza la possibilità di venire manipolati da una sola sorgente d’informazione.

La speranza che si viene a concretizzare per il futuro è quella che un crescente grado consapevolezza e di cultura da parte dei singoli individui, unito al senso di appartenenza ad un cosiddetto “villaggio globale”, possa contribuire a portare alla dissoluzione dei regimi dittatoriali, i quali non saranno più in grado di trattenere interamente le fughe di informazioni con la pratica della censura, facendo si che la comunità stessa possa venire a conoscenza degli avvenimenti interni al paese; cosa che invece non avveniva per le dittature della II guerra mondiale (come si è visto per l’eccidio operato da parte di Hitler nei confronti degli ebrei, la cui reale entità è stata scoperta solamente al momento dell’occupazione della Germania).

Come è noto, in Cina la navigazione su Internet è filtrata dallo Stato: l'accesso ad alcuni siti, generalmente stranieri, può essere bloccato, più o meno temporaneamente, per motivi di convenienza politica (da qualche mese per esempio è la volta di youtube).
Ma proprio qui si registrano i primi casi di rivolta informatica: una cameriera vittima di un’aggressione che si ribella e uccide l'aggressore rischia una lunga condanna poiché il morto era un notabile del partito comunista locale; un automobilista che travolge e uccide un passante rischia di di passarla liscia in quanto figlio di un ricco imprenditore. In entrambi i casi, Internet è stato usato come un passaparola, che ha fatto lievitare la protesta popolare: in favore dell'«eroina» che si è ribellata al suo destino di vittima, e contro il «rampollo» pirata della strada.

Purtroppo quotidianamente assistiamo ancora a casi di repressione da parte di stati autoritari: avendo compreso l’immenso potere esercitato dal libero scambio di opinioni sulla rete, sono state prese subito contromisure restrittive. Ad esempio la Cina ha oscurato buona parte dei blog e social network durante l’anniversario della strage di piazza Tienammen. O ancora come, proprio negli ultimi giorni, a seguito delle elezioni avvenute in Iran (fonti di forti polemiche e scontri tra polizia e manifestanti) il governo di Ahmadinejad abbia provveduto a espellere la stampa straniera e a cercare di proibire ogni sorta di fuga di notizie sulle manifestazioni antigovernative.

LA PROPAGANDA DI REGIME
«Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità.»
(Joseph Goebbels)

Durante la seconda guerra mondiale, a differenza degli altri conflitti avvenuti nel passato, la pratica della propaganda acquista un’importanza cruciale.
I vari governi utilizzarono la diffusione dei mezzi di comunicazione per incrementare il consenso delle masse.
La propaganda diviene quindi una potente arma da guerra.
Il suo scopo è quello di attaccare e di creare disprezzo nei confronti del nemico, la tecnica consiste nel creare una falsa immagine nella mente. Questo può essere fatto usando parole particolari, o evitando di usare determinate parole, o ancora dicendo che il nemico è responsabile di certi fatti che non ha mai commesso.

Oltre che per screditare il nemico la propaganda venne utilizzata anche per creare consensi a determinate scelte: come la campagna di convincimento attuata dal governo americano per ottenere consensi ad un intervento nel conflitto mondiale.

Alla propaganda si affianca la censura, con la quale lo stesso scopo viene raggiunto, non riempiendo la testa della gente di false informazioni, ma prevenendo la conoscenza di informazioni vere.

Nasce proprio in questi anni la figura dello Spin Doctor un consulente politico esperto di comunicazioni al quale spettano compiti inerenti all’aumento di consensi nei confronti dell’opinione pubblica (scrittura di discorsi, diffusione di notizie ai media, ecc…).

In Germania venne istituito un apposito “ministero della propaganda” che aveva il compito di controllare stampa e informazione il cui controllo venne affidato a Joseph Goebbles.
Goebbles riuscì ad attuare un’efficacissima campagna propagandistica facendo leva sia sul concetto di unità nazionale, molto diffusa in Germania, sia sul sentimento di malcontento dei disoccupati, che a causa della crisi del ’29 erano molto numerosi. Il governo tedesco si era presto reso conto delle potenzialità immense dei moderni mezzi di comunicazione, come radio e cinema, e se ne servì in misura massiccia. La tecnica che veniva utilizzata da Goebbles era quello della continua ripetizione di notizie parziali o palesemente false rigidamente controllate dal vertice unita ad un largo impiego della censura: sono infatti famosi i roghi di libri che egli organizzò a Berlino istigando gli studenti nazionalsocialisti a perlustrare e saccheggiare le biblioteche alla ricerca di opere proibite dal regime.

Anche in Italia tramite la propaganda si effettuò un controllo politico su tutti i mezzi di comunicazione.
In questo modo avvenne il processo di fascistizzazione del paese, con lo scopo di orientare l’opinione pubblica, comunicando l'esaltazione dell’unità nazionale. Si cercò di dare una giustificazione alle iniziative di guerra e di conquista dell'impero, tramite un uso politico della storia e grazie alla sua riscrittura sulla base dei miti della romanità e delle imprese coloniali riviste in chiave eroica.

I messaggi furono rivolti a tutte le categorie della società italiana e vennero diffusi incessantemente attraverso la radio, la stampa e il cinema.

LA RADIO più di ogni altro mezzo assunse un ruolo di primo piano. I programmi trasmessi , in cui erano presenti svago ed informazioni allo stesso tempo per aumentare il numero degli ascoltatori, erano costituiti per lo più da discorsi del Duce, marce ufficiali o conversazioni sul patriottismo.
Nel 1928 nasce l'Ente Italiano Audizioni Radiofoniche (EIAR) che divenne titolare in esclusiva delle trasmissioni radiofoniche.

Il controllo sulla STAMPA fu possibile grazie all’acquisto da parte del partito fascista tra il 1911 e il 1925 delle maggiori testate giornalistiche.
I quotidiani, dunque, presentavano, attuando una censura su cronache nere e di fallimenti economici, il periodo fascista come un modello storico di pace e moralità.

Nei primi anni del regime la stampa fu sottoposta solo ad un controllo formale. Mussolini acquistò i maggiori giornali italiani per portare avanti il suo progetto teso ad accrescere il consenso intorno al regime. Nonostante il controllo attuato dal fascismo però, alcuni giornali d’opposizione come La Stampa e Il Corriere della Sera riuscirono a sopravvivere.

Con le "Leggi Fascistissime" Mussolini dispose che ogni giornale avesse un direttore responsabile inserito nel partito fascista e che il giornale stesso, prima di essere pubblicato, fosse sottoposto ad un controllo.
Queste leggi inoltre istituirono "L’Ordine dei Giornalisti" i cui membri dovevano far parte del partito fascista.

Il Ministero Della Cultura Popolare aveva l’incarico di controllare ogni pubblicazione sequestrando tutti i documenti ritenuti pericolosi o contrari al regime e diffondendo i cosiddetti "ordini di stampa" (o "veline") con i quali s’impartivano precise disposizioni circa il contenuto degli articoli, l’importanza dei titoli e la loro grandezza.

A capo di questo Ministero c’era Galeazzo Ciano, che poi diventò Ministro degli Esteri e che s’interessò anche dei mezzi di comunicazione di massa.

Anche Il CINEMA fu un importante strumento di propaganda: nel 1925 venne costituito l’istituto nazionale L.U.C.E., ovvero L’Unione Cinematografica Educativa, ente parastatale e poi di stato per la propaganda e la diffusione della cultura popolare.
Questo istituto, i cui cinegiornali venivano proiettati obbligatoriamente in tutte le sale cinematografiche a partire dal 1926, rappresenta il più efficace mezzo del regime nel campo dello spettacolo.
La tematica più ricorrente diventa il mito bellico con il conseguente elogio del patriottismo.
L’Unione Cinematografica Educativa divenne il fulcro del cinema e venne posto alle dirette dipendenze del Capo del governo con l’obbligo della supervisione diretta di Mussolini sui materiali realizzati.

IL FUTURISMO

«Noi siamo sul promontorio dei secoli! Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare la misteriosa porta dell'impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell'assoluto, poiché abbiamo già creata l'eterna velocità onnipresente»
(Filippo Tommaso Marinetti)

Il futurismo è un movimento europeo di avanguardia artistica che si sviluppa a partire dai primi anni del ‘900 raggiungendo nel 1920 il periodo più vitale.

Il suo fondatore è Filippo Tommaso Marinetti, un romanziere italiano, che nel 1909 pubblica il “Manifesto di Fondazione” sul giornale parigino Le Figaro il 20 febbraio 1909.

Il primo manifesto fu seguito negli anni successivi da una serie di altri manifesti, ognuno dei quali riguardava una singola arte (musica, pittura, teatro, cinema, ecc.).
Nel “manifesto tecnico della letteratura futurista” vengono enunciati i caratteri principiali del movimento futurista in ambito letterario, come il prediligere l’uso di verbi all’infinito, l’abolizione degli aggettivi, degli avverbi e della punteggiatura; inoltre le tradizionali similitudini e metafore vengono sostituite da un uso dell’analogia che viene enfatizzata a tal punto da giungere ad un accostamento diretto di oggetti e immagini nella tecnica definita “parole in libertà”

Oltre ad introdurre numerose novità nel campo della letteratura il futurismo si impose come un’organizzazione sociale e politica, con un’ideologia che tendeva a diventare uno stile di vita.

I futuristi utilizzavano ogni metodo per la diffusione delle loro idee, tanto che attraverso la campagna culturale la loro divenne una vera e propria azione di propaganda con un uso sistematico delle riviste (tra le quali la più nota all’epoca era “Lacerba”), fondazione di case editrici, pubblicazione di manifesti, volantini, organizzazione di eventi spettacolari; insomma utilizzarono tutte le tecniche di comunicazione di massa disponibili all'epoca.

L'invenzione che rappresenta il frutto più geniale di questo atteggiamento è la serata futurista: si svolgeva in un teatro dove venivano presentati spettacoli di tipo “provocatorio” come ad esempio la lettura di manifesti futuristici che spesso e volentieri sfociavano in risse con i presenti. In questo modo il futurismo divenne via via sempre più popolare.

Durante il periodo precedente alla prima guerra mondiale la maggior parte dei futuristi si schierano a favore dell’intervento dell’Italia in guerra. Uno dei concetti espressi nel Manifesto di Fondazione era infatti proprio quello dell’esaltazione dello “schiaffo e il pugno”, idea che giunse nel 1915 a difendere la guerra come “sola igiene del mondo”.

Marinetti stesso opera una forte azione di propaganda a partire dalla spedizione italiana in Libia fino a partecipare di persona al primo conflitto mondiale.
La maggior parte degli esponenti del futurismo però non operarono direttamente nel campo della politica nonostante le loro idee si avvicinassero agli ideali del partito fascista.

IL MANIFESTO DEL PARTITO COMUNISTA
«Uno spettro si aggira per l'Europa - lo spettro del comunismo.»
(Introduzione del manifesto)

Il manifesto del partito comunista fu scritto da Karl Marx e Friedrich Engels nel 1948 (anche se in Italia venne pubblicato solo nel 1891).
In esso vengono esposti gli scopi e i metodi dell’azione rivoluzionaria secondo la concezione marxista.

L’intento dei due scrittori non era solo quello di convertire il crescente disagio della classe operaia in sentimento di rivoluzione ma, nel manifesto, Marx svolge attivamente una funzione di storico delle società, arrivando a formulare sicure dimostrazioni delle contraddizioni interne al capitalismo che avrebbero causato in un futuro prossimo la crisi della società borghese, lasciando il passo ad un inevitabile processo di rivoluzione proletaria.

I caratteri più significativi sono: 1. L’analisi della funzione storica della borghesia 2. Il concetto di storia come lotta di classe 3. Il rapporto dei comunisti con i proletari 4. La critica dei socialismi non scientifici

Secondo Marx, a differenza delle classi che dominarono nel passato, la borghesia necessita di una continua rivoluzione di strumenti di produzione e rapporti sociali. La borghesia è una classe che, secondo Marx, non può esistere senza rivoluzionare continuamente gli strumenti di produzione e tutto l’insieme dei rapporti sociali (è una classe dinamica). Il problema è che la borghesia, con la sua carica rivoluzionaria, ha evocato forze così gigantesche che poi non ha saputo domare. Infatti le moderne forze produttive si levano contro i vecchi rapporti di proprietà, generando delle crisi terribili che mettono in forse l’esistenza stessa del capitalismo.
Intendere la storia come lotta di classe è uno dei concetti più significativi del Manifesto.
Il passaggio dalla società feudale a quella capitalistica ha causato uno sprofondamento del ceto medio all’interno della classe proletaria. Questo processo, unito alla crescente urbanizzazione e alla centralizzazione dei mezzi di produzione nelle mani di pochi, ha fatto si che la società venisse a configurarsi come uno scontro tra due sole classi: la borghesia e il proletariato.

Il proletariato quindi attraversa nel tempo diverse fasi di sviluppo: dapprima lottano i singoli operai, poi gli operai di una fabbrica quindi gli operai di un dato ramo produttivo contro il singolo borghese. Ma con lo sviluppo dell’industria, e soprattutto con l’introduzione di mezzi di comunicazione, quella che prima era una lotta individuale si trasforma in una lotta tra classi che porterà il proletariato a sostituirsi alla borghesia e all’eliminazione definitiva della proprietà privata.

Nel secondo capitolo Marx tratta il rapporto tra proletari e comunisti, ed espone gli interessi del partito comunista.
I comunisti si distinguono infatti dai restanti partiti proletari solo perché, nelle diverse lotte nazionali dei proletari, essi affermano gli interessi comuni di tutto il proletariato, indipendentemente dalla nazionalità.
Infine Marx muove una decisa critica nei confronti dei socialismi non scientifici.

I primi tentativi fallirono in quanto mancavano le condizioni materiali per l’emancipazione insite nel capitalismo stesso; inoltre gli esponenti di questi movimenti si appellavano a tutta la società, senza distinzioni sperando quindi di poter raggiungere i loro scopi per via pacifica.
Ad essi Marx contrappone il proprio socialismo scientifico, fondato su un’analisi critico-scientifica dei meccanismi del capitalismo e sull’individuazione del proletariato come classe destinata ad abbattere il sistema borghese.
In conformità alle sue analisi del capitalismo come fenomeno mondiale, insiste sull’internazionalismo della lotta proletaria. conclude infatti così il manifesto: “Proletari di tutti i Paesi, unitevi!”.

1984
"Nothing was your own except the few cubic centimetres inside your skull"
(Wiston Smith)

1984 is the masterpiece of George Orwell, written in 1948.
Orwell was an English journalist, political essayist and novelist. During World War II Orwell, worked as a journalist for the BBC.
“Animal Farm” appeared in 1945 and made Orwell internationally famous in 1949, shortly before he died, he finished “Nineteen-Eighty-Four”.
Orwell hold socialist views, but he became disillusioned with Soviet communism under Stalin, whom he felt had betrayed the aims of the Russian Revolution by transforming Russia into a totalitarian state.

In 1984 Orwell describes a totalitarian world in which every aspect of the individual’s life is followed by the omnipresent state “Big Brother”.
Is a world in which there is no privacy and unorthodox ideas are punishable by death.

The story is set in a post-revolutionary London, which is in the superstate of Oceania.
Oceania is a totalitarian state ruled by an organization known as the party.
Oceania and the two other superstates Eurasia and Estasia are involved in a continuous war, but later we know that the war is an illusion maintained in order to keep their respective peoples in a state of subjection.
At the very top of the party is the enigmatic Big Brother, a figure who is nothing more than a face that appears on posters or screens and who is the supposed embodiment of the Party.

The protagonist is Wiston Smith. Smith is a member of the party who works in the Ministry of Truth rewriting the history: he corrects past articles in order to make the Party appear infallible.
Like the rest of his caste he has been systematically brainwashed, and he is kept under constant surveillance by the “telescreens” and the “Thought Police”.
Smith is a typical modern anti-hero: a powerless individual who tries to rebel against the rules of his society dreaming of obsolete values such as truth and decency.

The rebellion of Wiston Smith takes the form of an illicit love affair with a woman dissenter called Julia.
They found a room which appears to have no telescreen. Then the couple are inducted by a man called O’Brien into the Brotherhood, a legendary anti-party organization.
But later they were arrested and O’Brien turns out to be a party official.

The last part of the book recounts Wiston’s imprisonment and the torture by O’Brien, ending in the room 101, where prisoners are confronted with their worst fears.
Under torture Smith confesses his “crime”.
In the end, after a long brainwash, Smith expresses his no longer cynical enthusiasm for the party.

Setting his story in a totalitarian state in the future Orwell want also describe the political scenario of his own time, denouncing the horrors of Nazism and the oppression of the Stalinist Russia.
Orwell describes a society of control, dominated by mass media, propaganda and reinforced by a powerful police state.

The media in Oceania has a double function: * brainwash the population with slogans of “newspeak” (“War is Peace”, “Love is Hate”, “Freedom is Slavery”) which distort reality according to the state’s wishes * and also keeps people under surveillance with the telescreens. Everywhere there are images of the nation’s leader.

None of this is very far from the world in which we live, where the mass media increasingly serve the interests of the dominant economic powers, simplifying and manipulating both language and images to control information and influence public opinion.

Privacy
“Il telegrafo, il telefono, la radio e soprattutto il computer hanno fatto sì che chiunque, in qualsiasi parte del mondo, si trovi ora nella condizione di essere a portata d'orecchio. Purtroppo, il prezzo da pagare per questo è la perdita di privacy”.
(Steven Levy)

Il termine privacy, concetto inizialmente riferito alla sfera della vita privata, negli ultimi decenni ha subito un'evoluzione complessa, arrivando a indicare il diritto al controllo sui propri dati personali.
La recente diffusione delle nuove tecnologie ha contribuito ad un assottigliamento della barriera della privacy, ad esempio la tracciabilità dei cellulari o la relativa facilità a reperire gli indirizzi di posta elettronica delle persone.

L’evoluzione della normativa nella legislazione italiana:

Prima della Legge sulla privacy, la fonte di diritto principale in materia, era costituita dalla Corte di Cassazione. Questa, con una sentenza del 1956, nega inizialmente la presenza di un diritto alla riservatezza.
Successivamente nel 1975 con un’altra sentenza della cassazione quello stesso diritto viene riconosciuto e nasce la necessità di creare un insieme di norme per regolamentarlo.

Una prima tutela è quella costituita dalla Costituzione stessa che con gli art. 15 e 21 garantisce rispettivamente la libertà e segretezza della corrispondenza, e la libertà di manifestazione del pensiero.

La prima legge ad entrare in vigore fu la n. 675/1996 che venne introdotta per rispettare gli Accordi di Schengen, e per dare attuazione alla direttiva CE del Parlamento europeo relativa alla tutela dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati.
Con essa venne introdotto anche il “Garante della protezione dei dati personali” un autorità amministrativa indipendente per assicurare la tutela dei diritti e delle libertà fondamentali ed il rispetto della dignità nel trattamento dei dati personali.

Con il tempo a tale norma si sono affiancate ulteriori diverse leggi, riguardanti singoli specifici aspetti del trattamento dei dati. La complessità della situazione normativa venutasi a creare in seguito alla emanazione di norme integrative ha reso indispensabile provvedere alla emanazione di un Testo Unico, avvenuta con il Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 che è andato ad abrogare la legge del 1996 ed è la normativa attualmente vigente in Italia.
Le finalità di questo d.lgs consistono nel riconoscimento del diritto del singolo sui propri dati personali.
Lo scopo della legge non è quello di impedire il trattamento dei dati, ma di evitare che questo avvenga contro la volontà dell'avente diritto.
Il Testo unico sulla privacy si compone di tre parti, che contengono, rispettivamente: I) le disposizioni generali (riguardanti le regole "sostanziali" della disciplina del trattamento dei dati personali, applicabili a tutti i trattamenti) II) disposizioni particolari per specifici trattamenti (ad integrazione o eccezione alle disposizioni generali) III) le disposizioni relative alle azioni di tutela dell’ interessato e al sistema sanzionatorio

Una questione ancora aperta è quella dovuta alla relazione tra diritto di cronaca e privacy, il cui rapporto è molto complesso ed è regolato da una serie di norme che, con il passare degli anni, stanno tentando di stabilire un corretto compromesso fra i diversi interessi messi in campo.

Per far fronte a questo problema è stato adottato il Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica il cui punto chiave è la distinzione fra la sfera privata e interesse pubblico. Il suddetto codice è stato consegnato al Garante nella sua versione definitiva il 29 luglio 1998.

Le intercettazioni

L’utilizzo di mezzi di comunicazione telematici ha facilitato enormemente le possibilità di interazione tra individui. Un risvolto negativo però è dovuto al fatto che i soggetti che ne fanno uso possono essere sottoposti a controlli da parte di soggetti esterni.

L’unica pratica ammessa nell’ambito di “violazione” del diritto della libertà e segretezza delle forme di comunicazione è quella dell’intercettazione giudiziaria.
L'intercettazione nel diritto processuale penale italiano è un mezzo di ricerca della prova tipico, in quanto previsto e disciplinato dall'art. 266 e seguenti del codice di procedura penale.
L’intercettazione di conversazioni o comunicazioni telefoniche e di altre forme di telecomunicazione è consentita nei procedimenti relativi ai seguenti reati:

a) delitti non colposi per i quali è prevista la pena dell’ergastolo o della reclusione superiore nel massimo a cinque anni determinata a norma dell’art. 4; b) delitti contro la pubblica amministrazione per i quali è prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni determinata a norma dell’art. 4; c) delitti concernenti sostanze stupefacenti o psicotrope; d) delitti concernenti le armi e le sostanze esplosive; e) delitti di contrabbando; f) reati di ingiuria (594 c.p.), minaccia (612 c.p.), molestia o disturbo alle persone (660 c.p.) col mezzo del telefono. g) f-bis) delitti previsti dall’articolo 600-ter (pornografia minorile), terzo comma, del codice penale.
Nella materia delle intercettazioni vige la riserva di legge e la riserva di giurisdizione, in quanto previste espressamente dalla Costituzione. Il codice di procedura penale prevede dei limiti e dei presupposti e una disciplina procedimentale molto rigorosa.
Di regola l'intercettazione è autorizzata dal giudice per le indagini preliminari (GIP) con decreto motivato, su richiesta del pubblico ministero. Nei casi di urgenza, quando vi è fondato motivo di ritenere che dal ritardo possa derivare grave pregiudizio ai fini della prosecuzione delle indagini, è lo stesso pubblico ministero a disporre l'intercettazione con decreto motivato, salvo la necessità della convalida dell'atto entro 48 ore dal giudice per le indagini preliminari.

La intercettazioni possono durare per un periodo di quindici giorni, prorogabili per altri quindici dal giudice per le indagini preliminari.

È in corso in questi giorni una riforma da parte del governo tramite un ddl in materia di intercettazioni. Tra le possibili riforme introdotte da questo disegno di legge troviamo:

* L’introduzione di un limite massimo per le intercettazioni fissato a 3 mesi * Innalzamento della pena necessaria per intercettare soggetti di delitti non colposi da cinque a dieci anni * Impossibilità di pubblicare intercettazioni fino al termine dell’udienza preliminare (nella legislazione vigente il divieto di pubblicazione non poteva superare le indagini preliminari) * Per poter disporre le intercettazioni saranno necessari “evidenti indizi di colpevolezza” rendendo impossibile per esempio disporre intercettazioni nei procedimenti contro ignoti.

IL BILANCIO SOCIALE

La diffusione dell’investimento azionario da parte di masse di risparmiatori e l’allargamento unito all’internazionalizzazione di mercati finanziari hanno fatto si che si sentisse la necessità di un’informazione societaria più completa e trasparente.

L’opinione pubblica è sempre più sensibile ai comportamenti etici, dell’impresa, delle istituzioni e degli enti locali ed è disposta a premiare chi si mostra sensibile ed attento ai temi della sostenibilità socia le. Il Bilancio sociale è un prezioso strumento che permette di costruire un rapporto di fiducia tra l’impresa e i cittadini. Comunicare nel modo giusto, rispettando l’eticità dei contenuti e la correttezza dell’informazione è la via maestra per instaurare un rapporto duraturo di dialogo costruttivo con la società civile. L’obiettivo del Bilancio sociale è quello di migliorare la percezione pubblica delle azioni dell’impresa, di dare maggio re visibilità all’attività svolta.

Gli interlocutori dell’azienda comprendono sia gli shareholders (soci o azionisti) sia tutti gli altri interessati interni ed esterni: dipendenti, finanziatori, clienti, pubblica amministrazione e persino la collettività stessa.
Assume quindi rilevanza per l’impresa anche la capacità di comunicare con tutti i suoi interlocutori e la sensibilità al contesto ambientale in cui si trova ad operare.

Si è quindi recentemente sviluppata la convinzione che ad un raggiungimento degli obbiettivi economici si debba affiancare un comportamento responsabile dell’azienda che deve tenere conto degli interessi dei soggetti che con essa si rapportano.

Il bilancio sociale è quindi un tipo di rendiconto che fornisce informazioni di tipo quantitativo e qualitativo sull’attività dell’impresa in relazione alle funzioni sociali da essa svolte nell’ambito della sua attività.

Il bilancio sociale può essere redatto sia dalle aziende profit oriented sia dalle aziende no profit ed è un documento consuntivo che però contiene anche alcune linee programmatiche per il futuro.

Le sue funzioni sono principalmente: * Fornire informazioni sull’impresa * Esprimere le caratteristiche della cultura aziendale * Illustrare la ricchezza prodotta e la sua destinazione * Divulgare informazioni riguardanti l’innovazione, le risorse umane la sicurezza sul lavoro, il rispetto dell’ambiente ecc.

Secondo le indicazioni dell’istituto europeo per il bilancio sociale (IBS) il bilancio dovrebbe articolarsi in:

Descrizione dell’identità aziendale
Contenente informazioni riguardanti, in particolare: * La governance dell’ azienda * Il suo assetto organizzativo * Obbiettivi e politiche messe perseguiti dall’azienda
Rendiconto del valore aggiunto
Viene rappresentato in due prospetti: * La determinazione mediante la contrapposizione tra ricavi e costi * La ripartizione tra gli stakeholders
Relazione sociale
In questa categoria vengono analizzati * Gli impegni assunti dall’azienda * Gli stakeholders ai quali il bilancio è indirizzato * Gli indicatori utilizzati a descrivere i risultati conseguiti
La relazione sociale è presentata per ciascuna categoria di interlocutori (risorse umane, soci, collettività, ambiente) e misura i risultati effettivamente ottenuti.
La proposta di miglioramento
Che contiene gli obbiettivi che si pensa di perseguire nella gestione futura.

Questa forma di Bilancio non deve svolgere una mera funzione di marketing, ma dovrebbe essere l’elemento che spinge l’azienda a raggiungere nuovi obbiettivi socialmente rilevanti, perché stimolata dalla voce dei portatori di interesse.

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...O LIVRO DA DOR E DO AMOR Transmissão da Psicanálise diretor: Marco Antonio Coutinho Jorge J.-D. Nasio O LIVRO DA DOR E DO AMOR Tradução: LUCY MAGALHÃES Título original: Le livre de la douleur et de l’amour Tradução autorizada da primeira edição francesa publicada em 1996 por Éditions Payot & Rivages, de Paris, França, na coleção Désir/Payot dirigida por J.-D. Nasio Copyright © 1996, J.-D. Nasio Copyright da edição em língua portuguesa © 1997: Jorge Zahar Editor Ltda. rua México 31 sobreloja 20031-144 Rio de Janeiro, RJ tel.: (21) 2108-0808 / fax: (21) 2108-0800 editora@zahar.com.br www.zahar.com.br Todos os direitos reservados. A reprodução não-autorizada desta publicação, no todo ou em parte, constitui violação de direitos autorais. (Lei 9.610/98) Capa: Sérgio Campante Impressão: Cromosete Gráfica e Editora CIP-Brasil. Catalogação-na-fonte Sindicato Nacional dos Editores de Livros, RJ N211L Nasio, J.-D. O livro da dor e do amor / J.-D. Nasio; tradução, Lucy Magalhães. — Rio de Janeiro: Jorge Zahar Ed., 1997. — (Transmissão da psicanálise) Tradução de: Le livre de la douleur et de l’amour Inclui bibliografia ISBN 978-85-7110-406-8 1. Psicanálise. 2. Dor. 3. Amor. I. Título. II. Série. 97-1081 CDD: 616.8917 CDU: 159.964.2 O amor é uma espera e a dor a ruptura súbita e imprevisível dessa espera. SUMÁRIO Clémence ou a travessia da dor 9 * Liminar 15 * A Dor psíquica, Dor de amar 23 * Arquipélago da Dor 55 * A Dor corporal: uma concepção psicanalítica...

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