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Finanzes

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Submitted By matochito1968
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UNIVERSIDAD ANDINA SIMÓN BOLÍVAR

MAESTRÍA EN DIRECCIÓN DE EMPRESAS

CURSO DE LIDERAZGO

Estilos de seguidores

El concepto de distintos estilos de liderazgo es conocido, pero la idea de diferentes estilos de seguidores es bastante nueva. La misma palabra seguidor tiene una connotación negativa para muchos, evoca ideas de personas que se comportan como borregos, a quienes es necesario decirles qué hacer. Sin embargo, Robert Kelley (1992) afirma que los seguidores, más que representar la antítesis del liderazgo, deben ser vistos como colaboradores de los líderes en el trabajo de las organizaciones.

Kelley considera diferentes tipos de seguidores, descritos en términos de dos dimensiones amplias. Una de ellas va de independientes, de pensamiento crítico en un extremo, a dependientes, sin pensamiento crítico en el otro. Según Kelley, los mejores seguidores piensan por sí mismos y ofrecen asesoría constructiva, o hasta soluciones creativas. A los peores es necesario decirles qué hacer. La otra dimensión de Kelley clasifica a las personas en seguidores activos o seguidores pasivos de acuerdo con el grado en que se enfrascan en el trabajo. Según Kelley, los mejores seguidores son au-toiniciadores que toman la iniciativa, en tanto que los peores seguidores son pasivos, muchos hasta evaden la responsabilidad y necesitan supervisión constante.

Los seguidores ejemplares con elevadas dimensiones de seguimiento son esenciales para el éxito organizacional. Los líderes, por tanto, harían bien en seleccionar personas que tienen estas características y, quizá de mayor importancia, crear las condiciones que alientan estos comportamientos.

A partir de estas dos dimensiones, Kelley ha sugerido cinco estilos de seguimiento básicos:

1. Los seguidores alienados habitualmente señalan todos los aspectos negativos de la organización a los demás. Pueden verse a sí mismos como faltos de entusiasmo, que tienen un fuerte escepticismo hacia la organización, los líderes los ven como cínicos, negativos y adversarios.

2. Los seguidores conformistas son quienes siempre dicen "sí" en las organizaciones. Aunque muy activos al hacer el trabajo de la organización, pueden ser peligrosos si sus órdenes contradicen los estándares de comportamiento de la sociedad o la política organizacional. A menudo dicho estilo es el resultado del estilo demandante y autoritario del líder, o la estructura demasiado rígida de la organización.

3. Los seguidores pragmáticos pocas veces se comprometen con las metas de trabajo de su grupo, pero han aprendido a no hacer olas. Como no les gusta sobresalir, tienden a tener un desempeño mediocre que bloquea las arterias de muchas organizaciones. Dado que puede ser difícil discernir cuál es su posición ante los problemas, presentan una imagen ambigua en características positivas y negativas. En entornos organizacionales, los pragmáticos pueden convertirse en expertos en dominar las reglas burocráticas que pueden ser usadas para protegerlos.

4. Los seguidores pasivos no muestran ninguna de las características del seguidor ejemplar (descrito anteriormente). Dependen del líder para que piense en todo. Más aún, su trabajo carece de entusiasmo. No teniendo iniciativa y sentido de responsabilidad, los seguidores pasivos requieren dirección constante. Los líderes pueden verlos como perezosos e incompetentes. Sin embargo, en ocasiones los seguidores pasivos adoptan este estilo para tolerar un líder que espera que sus seguidores se comporten así.

5. Los seguidores ejemplares presentan una imagen consistente ante líderes y compañeros de trabajo de ser independientes, innovadores y dispuestos a estar a la altura de los superiores. Aplican sus talentos para el beneficio de la organización aun cuando se enfrenten a obstáculos burocráticos o compañeros de trabajo pasivos o pragmáticos. Los líderes efectivos aprecian el valor de los seguidores ejemplares. Cuando uno de los autores desempeñaba una función de seguidor en una posición administrativa, fue presentado por su líder en una conferencia como "mi subordinado favorito porque es un hombre leal que dice “no".

(Tomado de Lussier & Achua).

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E-Procurement

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Sistema Bancario Algeria

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Economic Law

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Diritto Societario Europeo - Pederzini

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Art. 41 Costituzione

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Interventi Legislativi Nella Regolamentazione Del Rapporto Fra Politica E Amministrazione Nel Processo Di Privatizzazione Del Pubblico Impiego

...1. Capitolo La spinta alle riforme della Pubblica Amministrazione 1.1 I principali interventi legislativi nella regolamentazione del rapporto fra politica e amministrazione nel processo di privatizzazione del pubblico impiego Il dibattito in Italia sulla privatizzazione del pubblico impiego si deve, in origine, ad un autorevole studioso, Massimo Severo Giannini. Questo illustre giurista, divenuto anche Ministro per la Funzione Pubblica negli anni 1979-1980, affermava già da tempo, sulla base della distinzione tra rapporto organico e rapporto di servizio, la mera occasionalità storica, e non necessità giuridica della generale regolazione unilaterale e pubblicistica del lavoro pubblico1. Da questo punto di vista, l’autore citato, nel denominato rapporto Giannini – sui principali problemi della amministrazione dello stato propone come soluzione la privatizzazione del rapporto di lavoro pubblico. In proposito, Giannini si chiede se un’altra strada praticabile non sia quella di privatizzare i rapporti di lavoro con lo Stato non collegati all’esercizio della potestà pubblica, mantenendo come rapporto di diritto pubblico solo quello di coloro ai quali tale esercizio è assegnato o affidabile, ovvero gli attuali direttivi e dirigenti.2 U. CARABELLI e M. T. CARINCI (a cura di), Il lavoro pubblico in Italia, Bari, 2010, p. 34. 2 M.S. GIANNINI, Rapporto sui principali problemi della amministrazione dello stato, 16 novembre1979. Documento disponibile su: www.tecnichenormative.it. Osserva...

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Legge Fallimentare

...Legge fallimentare (Regio Decreto 16 marzo 1942, n. 267) “Disciplina del fallimento, del concordato preventivo e della liquidazione coatta amministrativa” Testo (non ufficiale) aggiornato alle modifiche operate dal comma 1 dell’art. 33 del d.l. 22 giugno 2012, n. 83 e alla legge di conversione 7 agosto 2012, n. 134. Le modifiche sono evidenziate in rosso o, per le soppressioni o sostituzioni, nella colonna a destra. I commi da 2 a 5 dell’articolo 33 sono riportati in calce, in carattere corsivo TITOLO I DISPOSIZIONI GENERALI 1 Imprese soggette al fallimento e al concordato preventivo. 2 Liquidazione coatta amministrativa e fallimento. 3 Liquidazione coatta amministrativa e concordato preventivo. 4 (abrogato) TITOLO II DEL FALLIMENTO CAPO I Della dichiarazione di fallimento 5 Stato d'insolvenza. 6 Iniziativa per la dichiarazione di fallimento. 7 Iniziativa del pubblico ministero. 8 (abrogato) 9 Competenza. 9-bis Disposizioni in materia di incompetenza. 9-ter Conflitto positivo di competenza. 10 Fallimento dell'imprenditore che ha cessato l'esercizio dell'impresa. 11 Fallimento dell'imprenditore defunto. 12 Morte del fallito. 13 (abrogato) 14 Obbligo dell'imprenditore che chiede il proprio fallimento. 15 Procedimento per la dichiarazione di fallimento. 16 Sentenza dichiarativa di fallimento. 17 Comunicazione e pubblicazione della sentenza dichiarativa di fallimento. 18 Reclamo. 19 Sospensione della liquidazione dell'attivo. 20-21 (abrogati) 22 Gravami contro il provvedimento...

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...NEW YORK UNIVERSITY SCHOOL OF LAW JOURNAL OF INTERNATIONAL LAW AND POLITICS GUIDE TO FOREIGN AND INTERNATIONAL LEGAL CITATIONS FIRST EDITION ● 2006 © Copyright 2006 by New York University Contents FORWARD AND GENERAL INSTRUCTIONS................................................................................................. xiii ACKNOWLEDGEMENTS ......................................................................................................................................xv COUNTRY CITATION GUIDES ARGENTINA...............................................................................................................................................................1 I. COUNTRY PROFILE ..................................................................................................................................1 II. CITATION GUIDE.......................................................................................................................................2 1.0 CONSTITUTION...................................................................................................................................2 2.0 LEGISLATION......................................................................................................................................2 3.0 JURISPRUDENCE ................................................................................................................................3 4.0 BOOKS .....................................

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Nastro

...ÑÎÄÅÐÆÀÍÈÅ Ðóññêî-èòàëüÿíñêèå áóêâåííûå ñîîòâåòñòâèÿ . . . . . . Îñîáåííîñòè èòàëüÿíñêîãî ïðîèçíîøåíèÿ . . . . . . . ×àñòü 1. Ðå÷åâîé ýòèêåò Çíàêîìñòâî . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Ïðèâëå÷åíèå âíèìàíèÿ . . . . . . . . . . . . . . . . . . Îáðàùåíèå ê íåçíàêîìîìó ÷åëîâåêó . . . . . . . . . . . Îáðàùåíèå ê çíàêîìîìó ÷åëîâåêó . . . . . . . . . . . . Ïðèâåòñòâèå . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Ïðîùàíèå . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Ðåïëèêè, ïðåäâàðÿþùèå ïðîùàíèå . . . . . . . . . Ïðîñüáà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Ñîãëàñèå â îòâåò íà ïðîñüáó . . . . . . . . . . . . . Îòêàç â îòâåò íà ïðîñüáó . . . . . . . . . . . . . . . Êàòåãîðè÷åñêèé îòêàç . . . . . . . . . . . . . . . . . Ïðèãëàøåíèå . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Ñîãëàñèå â îòâåò íà ïðèãëàøåíèå . . . . . . . . . . Îòêàç â îòâåò íà ïðèãëàøåíèå . . . . . . . . . . . . Ñîâåò. Ïðåäëîæåíèå . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Ïîçäðàâëåíèå. Ïîæåëàíèå . . . . . . . . . . . . . . . . Âðó÷åíèå ïîäàðêà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Òîñòû . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Áëàãîäàðíîñòü . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Îòâåò íà áëàãîäàðíîñòü . . . . . . . . . . . . . . . . Èçâèíåíèå . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Îòâåò íà èçâèíåíèå . . . . . . . . . . . . . . . . . . Êîìïëèìåíò . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Óòåøåíèå. Ñî÷óâñòâèå . . . . . . . . . . . . . . . . . . ×àñòü...

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